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LA CHIESA NON TEME DI SPORCARSI LE MANI
Il Papa per Gerusalemme: appello alla pace, moderazione e dialogo
23-07-2017 16:35

Città del Vaticano, 23 lug. Meglio una Chiesa "che non teme di sporcarsi le mani lavando i panni dei suoi figli, piuttosto che una Chiesa di 'puri', che pretende di giudicare prima del tempo chi sta nel Regno di Dio e chi no". Lo ha detto Papa Francesco nella catechesi che ha preceduto l'Angelus a commento della parabola del grano buono e della zizzania.
"Col passare del tempo, in mezzo al grano cresce anche la zizzania, e di fronte a questo fatto il padrone e i suoi servi hanno atteggiamenti diversi. I servi - spiega Bergoglio- vorrebbero intervenire strappando la zizzania; ma il padrone, che è preoccupato soprattutto della salvezza del grano, si oppone dicendo: 'Non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Con questa immagine, Gesù ci dice che in questo mondo il bene e il male sono talmente intrecciati, che è impossibile separarli ed estirpare tutto il male".
Rivolgendosi ai fedeli ha aggiunto un appello per la pace: «Seguo con trepidazione le gravi tensioni e le violenze di questi giorni a Gerusalemme. Sento il bisogno di esprimere un accorato appello alla moderazione e al dialogo. Vi invito ad unirvi a me nella preghiera, affinché il Signore ispiri a tutti propositi di riconciliazione e di pace». Dopo il tradizionale Angelus in piazza San Pietro, Papa Francesco porta l’attenzione internazionale sui conflitti in Israele, chiedendo moderazione e dialogo come uniche strade per arrivare alla pace. Con la parabola della zizzania aveva puntualizzato che a noi è vietato giudicare chi sarà salvato o dannato: «In questo mondo il bene e il male sono talmente intrecciati, che è impossibile separarli ed estirpare tutto il male. Solo Dio può fare questo, e lo farà nel giudizio finale. Quanto a noi, mi verrebbe da chiedervi: chi non è peccatore alzi la mano- ha precisato il Santo Padre - Con le sue ambiguità e il suo carattere composito, la situazione presente è il campo della libertà dei cristiani, in cui si compie il difficile esercizio del discernimento. Si tratta dunque di congiungere, con grande fiducia in Dio e nella sua provvidenza, due atteggiamenti apparentemente contradditori: la decisione e la pazienza. Anche perché grazie all’influsso benefico di una trepidante attesa, ciò che era zizzania o sembrava zizzania, può diventare un prodotto buono. E’ realtà della conversione, è la prospettiva della speranza».
(Servizio di: Stefano Girotti)